INSIDE 6 NATIONS: SCOZIA

La Scozia è probabilmente la grande delusa del Mondiale nipponico. L’uscita prematura nella fase a gironi, condita da un gioco balbettante e poco efficace è stata un duro colpo per la nazionale del cardo. A questo si aggiungono gli addii di giocatori che hanno segnato la storia recente della squadra. Infatti si sono ritirati dal rugby internazionale John Barclay e Greig Laidlaw, entrambi capitani negli anni recenti e giocatori di altissimo valore tecnico e morale, e Tommy Seymour, presenza constante negli ultimi 5/6 anni. Gregor Townsend si trova quindi in una situazione precaria; gli ottimi risultati ottenuti con Glasgow e anche nei primi tempi della gestione della nazionale sembrano lontani ricordi a fronte delle prove opache dell’ultimo anno. A questo aggiungiamo l’ulteriore grave problema emerso negli ultimi giorni, ovvero l’allontanamento di Finn Russell dal ritiro a causa della violazione, da parte del giocatore, del codice di condotta voluto dallo staff tecnico. Questa decisione priva la squadra del suo giocatore più talentuoso, vero creatore dell’attacco scozzese, in un momento di forma per altro ottimo. Inoltre le voci di storie tese tra Russell e Townsend, già emerse in passato, potrebbero lasciare delle scorie in un ambiente che sembra, al momento, mancare di una o più figure dalla leadership importante.

Passando alle convocazioni, il pack scelto da Townsend è a trazione Edinbugh. La squadra guidata da Richard Cockerill, al terzo anno nella capitale, sta raccogliendo ottimi risultati dovuti soprattutto ad un efficace gioco di mischia, in puro stile Leicester Tigers da cui Cockerill proviene. Nessuna sorpresa a pilone sinistro con il trio di Edinbugh Jamie Bhatti, Rory Sutherland e Allan Dell, con il terzo favorito per la maglia da titolare. I tallonatori sono Stuart McInally, Fraser Brown e George Turner, tutti e tre molto abili nel gioco aperto, ma forse non così solidi in mischia chiusa. Anche i piloni destri sono giocatori rodati: l’equiparato Willem Nel, abile in mischia chiusa, Zander Fagerson di Gloucester ottimo ball carrier e l’onesto mestierante Simon Bergham.

In seconde linea la lotta per i due posti disponibili è molto serrata. L’unico titolare sicuro è probabilmente Jonny Gray, giocatore di livello assoluto. Per il posto accanto a lui se la giocano Ben Toolis, Grant Gilchrist di Edinburgh, Scott Cummins di Glasgow e l’esordiente di Gloucester Alex Craig.

In terza linea la pattuglia di Edinburgh è numerosa con cinque giocatori sui sette selezionati. Spicca il nome di Hamish Watson, flanker compatto e solido quasi sempre tra i migliori in campo. Insieme a lui Jamie Ritchie, giocatore molto duttile e il fisico Magnus Bradbury. Novità il giocatore di origine australiane Nick Haining e il ruvido giovane Luke Crosbie. Prima convocazione anche per il giovane flanker di Glasgow Tom Gordon. Da segnalare la bella storia del ritorno in nazionale di Cornell du Preez, giocatore sudafricano, reduce da un brutto infortunio alla gola che è riuscito a ritornare ad alti livelli.

Come mediani di mischia, per riempire il vuoto lasciato da Laidlaw ci sono Ali Price e George Horne, entrambi di Glasgow e con caratteristiche simili, giocatori elettrici e rapidi a sfruttare eventuali varchi nella difesa e Henry Pirgos, giocatore invece più ordinato.

Vista la momentanea, per ora, cacciata di Finn Russell le opzioni rimaste a Townsend sono Adam Hastings, figlio di Gavin, giocatore dalle ottime potenzialità ma forse ancora un po’ acerbo per il palcoscenico internazionale e Dunca Weir, chiamato apposta dopo l’esclusione di Russell e in un buon momento a Worcester, benché prediliga uno stile di gioco differente rispetto a quello proposto da Townsed. Altra opzione possibile, ma al momento non in rosa è Peter Horne, duttile e ordinato centro spesso schierato all’apertura.

Tra i centri ampia scelta e anche una buona qualità con il duo di Glasgow composto da Sam Johnson e Huw Jones. Ritrova la nazionale dopo un periodo di assenza Matt Scott reduce da buone prestazioni in Pro14. Dal campionato inglese invece provengono Chris Harris e Rory Hutchinson, Gloucester e Saints, rispettivamente, per completare un reparto che, sebbene non annoveri dei fenomeni è composto da giocatori di ottimo livello.

Completiamo la rivista con il reparto arretrato. Start Hogg, fresco capitano, guida il reparto. Insieme a lui come estremo c’è Blair Kinghorn, che nel 6 Nazioni 2019 debuttò col botto. Dai Saracens, anche lui pedina importante, arriva l’esperienza di Sean Maitland. Poi Tonwsend sceglie giocatori con caratteristiche differenti come l’elettrico Darcy Graham e il potente Byron McGuigan. Completano il gruppo gli esordienti Kyle Steyn e Ratu Tagive, entrambi equiparati.

Tanti interrogativi avvolgo questa squadra, dal caso Russell, alla mancanza di leadership, alle difficoltà di gioco e risultati. Senza dubbio sarà un torneo complesso per la squadra di Townsend che tuttavia, in un anno di inizio ciclo, può avere il vantaggio di essere sulla panchina scozzese già da due anni.

XV d’esordio: Rory Sutherland, Fraser Brown, Zander Fagerson, Scott Cummings, Jonny Gray, Jamie Ritchie, Hamish Watson, Nick Haining, Ali Price, Adam Hastings, Blair Kinghorn, Sam Johnson, Huw Jones, Sean Maitland, Stuart Hogg
A disposizione: Stuart McInally, Allan Dell, Simon Berghan, Ben Toolis, Cornell du Preez, George Horne, Rory Hutchinson, Chris Harris