Piazza d’onore al 6 Nations più pazzo di sempre – chiuso a pari merito con l’Inghilterra ma con differenza punti sfavorevole – e finale di Autumn Nations Cup persa, sempre contro i nemici d’oltremanica, nei supplementari dopo un piazzato di Farrell.
Quello che per ogni altra squadra sarebbe un bilancio assolutamente positivo lascia a Galthiè e ai suoi ragazzi un leggero amaro in bocca – fondamentale per non perdere fame e ambizione – senza intaccare tranquillità e certezze.
Anche per questo, da questa Francia ci aspettiamo molto.
Un’età media straordinariamente bassa di 24,9 anni per 37 convocati, numero che sarebbe ancora più basso senza le assenze per infortunio di Ntamack, Bamba e Alldritt e frutto di quell’importante lavoro svolto negli anni dalla Federazione sui settori giovanili che ha portato a una profondità quasi senza fine in ogni reparto.
Un piccolo esempio su tutti: dei 45 galletti che hanno disputato e vinto le ultime due finali del Mondiale U20, solo 7 sono presenti nella lista stilata da Galthiè per il prossimo 6 Nazioni – numero che salirebbe a 10 includendo i 3 assenti citati sopra.
Una capacità di scelta preziosissima che garantisce un ricambio continuo e una valutazione accurata dei giocatori, consentendo a questi di crescere senza essere “bruciati” dalla troppa fretta dei selezionatori e mantenendo quella sana competizione indispensabile per alzare l’asticella all’interno di Nazionale e Top14.
Campionato nazionale che è ben rappresentato all’interno della selezione da ben 11 squadre, senza influire troppo pesantemente nelle scelte del Sélectionneur. Tra i primi 16 realizzatori francesi del massimo campionato, solo 4 di questi sono stati selezionati – dopo l’infortunio di Ramos – a discapito di nomi importanti come Lopez e Machenaud.
Terminato l’accordo tra la LNF e la FFR di non superare le 3 convocazioni per giocatore in nazionale, il coach francese potrà concentrare tutte le energie e le tattiche a disposizione per riconquistare quel titolo continentale che manca ai transalpini dal Grande Slam del 2010, grazie a tutte le bollicine che sono tornate a farsi vedere nel rugby champagne degli ultimi anni.
Prima linea coperta con tranquillità nonostante l’assenza di Bamba, grazie al trio Baille, Marchand e Haouas in vantaggio sui compagni di reparto. L’esperienza di Chat e Atonio – indisponibile dell’ultimo momento, sostituito dal ventisettenne Aldegheri – sarà l’arma in più da impiegare nelle seconde parti della partita, insieme alle fresche energie dei giovani Bourgarit, Gros – infortunato, temporaneamente rimpiazzato dal debuttante Paiva – Kolingar – 10 caps in 3 – e Colombe, quest’ultimo alla ricerca del primo cap internazionale.
Coppia in seconda collaudatissima formata dall’esperto sudafricano Le Roux – il più anziano in squadra con 31 anni – e Willemse, uno dei pochi lati positivi della stagione di Montpellier. Prima riserva Romain Taofifenua – cugino del trequarti Donovan – seguito a ruota da Rebbadj, compagno di club a Tolone che lascia spazio al giovane Lavault a causa di un infortunio, e dall’inesperta ma molto alta coppia Pesenti/Giraci.
Le cose si sono complicate non poco in terza linea, dove un forfait dell’ultimo minuto del favoloso Alldritt – nell’ultima edizione del torneo vincitore di 3 Man of the Match in 5 partite – ha costretto Galthiè a rivedere i suoi piani e chiamare in extremis Cameron Woki. Posto assicurato e fascia ben cucita sul braccio per capitan Ollivon, affiancato da Cros di Tolosa e, probabilmente, Jelonch di Castres, unico 8 di ruolo presente in rosa.
Se le terze sono leggermente in sofferenza rispetto alle aspettative ideali, i mediani di mischia sono forse il reparto più divertente e sicuro di questa solidissima nazionale. Titolare indiscusso Dupont, senza dubbio il miglior 9 al mondo oggi, con l’elegante e intelligentissimo Serin pronto a entrare e decidere magistralmente i ritmi. Terza opzione l’assai interessante Couilloud di Lione, mediano esplosivo dal piede molto educato che potrà sfruttare i minuti finali per fare esperienza nelle partite già risolte.
L’assenza di Ntamack dovuta a una frattura facciale scombina le tattiche di Galthiè che può comunque dormire sonni tranquilli. Già nella scorsa Autumn Nations Cup il tecnico francese ha potuto dimostrare che le aperture di riserva Jalibert e Carbonel – 22 anni il primo e 21 il secondo – sanno già gestire al meglio la pressione nonostante la giovane età, con le statistiche in Top14 a confermare quanto scritto. Il mediano di Bordeaux in leggero vantaggio sul pari ruolo di Tolone per questioni anagrafiche ed esperienziali – 6 caps in più – ma teniamo d’occhio Carbonel, saprà sicuramente mettersi in luce nei minuti che gli saranno dedicati.
Grande varietà dietro il mediano di apertura, grazie alla grande capacità di adattamento di tutti i restanti elementi della rosa. Vakatawa sarebbe l’unico “posto fisso” in qualità di centro ma l’infortunio rimediato settimana scorsa contro Bordeaux gli farà saltare la partita d’esordio e, di conseguenza, tra le ali si vedrà probabilmente la coppia Fickou/Vincent, già protagonista contro l’Italia l’anno scorso. Il ritorno di Penaud all’ala – giocatore comunque in grado di spostarsi più in mezzo con ottimi risultati – potrebbe creare un triangolo allargato eccezionale insieme a Thomas e al quotato Bouthier ma, come detto, non sarà da escludere a priori un rimescolamento delle carte dall’11 al 14 in base all’avversario affrontato. Pochi minuti, data la qualità della concorrenza, destinati ai debuttanti in maglia bleu Taofifenua e Delbouis che troveranno comunque – temiamo proprio contro l’Italia nella partita d’esordio – una possibilità di guadagnarsi l’ambito cappellino.
L’uomo simbolo:
Antoine Dupont
Scelta fin troppo facile e scontata.
Six Nations Player of the Championship 2020, passaggio, corsa, capacità di calcio, esplosività, visione di gioco, grinta, efficacia nel placcaggio, fantasia e gioco di gambe. E, sicuramente, ci siamo dimenticati qualcosa.
A 24 anni, Toto – suo soprannome – è diventato, partita dopo partita, il miglior mediano di mischia al mondo. Il futuro è suo, e non vediamo l’ora di continuare ad osservarlo.
Probabile sorpresa:
Matthieu Jalibert
L’assenza di Ntamack consegnerà la maglia blu numero 10 a Jalibert o Carbonel – chiamarle riserve è quasi un crimine nei confronti di questo sport – col primo in leggero vantaggio sul secondo. L’occasione di mettersi in mostra è molto ghiotta, soprattutto in vista dei Mondiali 2023 che si terranno in casa dei galletti. Se il mediano di Bordeaux-Bègles saprà mantenere il sangue freddo e la precisione al piede che hanno caratterizzato questa sua prima parte di stagione, la Francia potrà ambire con facilità a un grande traguardo.