Nonostante tutti i dubbi e le perplessità legate all’attuale situazione sanitaria mondiale, alla fine il Tour dei British and Irish Lions in Sudafrica si svolgerà regolarmente.
Il Tour dei Lions rappresenta una delle sfide più interessanti e affascinanti del panorama rugbistico e sportivo in generale. I migliori giocatori di 4 paesi che si riuniscono per breve tempo e sfidano le potenze dell’emisfero australe. Una competizione sportiva dal sapore epico e che ha regalato momenti indimenticabili a giocatori e tifosi.
Per il terzo tour consecutivo l’allenatore in capo sarà Warren Gatland, sul quale ricade il compito gravoso e complesso di selezionare il gruppo di giocatori e dare un’amalgama di squadra coerente in breve tempo per poter affrontare e possibilmente battere i campioni del mondo in carica.
In questo articolo andremo a vedere quali potrebbero essere, secondo noi, le scelte dell’allenatore neozelandese per questo Tour.
Prima di passare all’analisi dei giocatori, però, è bene considerare alcuni punti chiave che saranno alla base delle scelte operate da Gatland e dal suo staff.
In primis appunto bisogna considerare gli allenatori presenti nel coaching staff. Per il momento sono quattro i nomi annunciati. I due allenatori della scozia Gregor Townsend e Steve Tandy, l’ex allenatore degli avanti del Galles e ora a Leinster Robin McBryde e l’allenatore dei calci e delle skills del Galles Neil Jenkins. Senza dubbio ognuno di loro proverà a proporre i giocatori che meglio conosce e su cui è sicuro di poter fare affidamento.
Altro aspetto di fondamentale importanza è la dimensione del gruppo squadra. Molte voci confermano che lo Staff opterà per un gruppo di 36 giocatori, più ridotto quindi dei 40-41 dei tour precedenti. Questo, tenendo conto delle relative difficoltà ad inserire giocatori in corso d’opera a causa delle restrizioni per il Covid, potrebbe portare Gatland e i suoi a optare maggiormente per giocatori in grado di coprire più ruoli – seconda/terza linea, apertura/centro, centro/ala etc.
Non meno importante sarà la scelta del piano di gioco generale da utilizzare in Sudafrica e di conseguenza dei giocatori che meglio vi si adatteranno. Dovendo creare dal nulla una struttura di gioco, questa dovrà essere allo stesso tempo semplice ma efficace e Gatland tende generalmente a utilizzare una strategia molto oculata, ancorata alle fasi statiche e ad affidarsi a giocatori magari poco spettacolari ma concreti.
Il piano di gioco dovrà ovviamente anche essere calibrato rispetto agli avversari. I punti di forza Springboks sono ben noti: forti fasi statiche, pack pesante e potente, grande utilizzo del piede e un gioco molto fisico e diretto. Per i Lions sarà fondamentale riuscire a competere sul piano fisico con il pack Springboks, ma al contempo avere a disposizioni dei giocatori con ottime abilità palla in mano per poter avere più possibilità di mettere in difficoltà l’avversario.
Insieme agli aspetti del piano di gioco e del numero di giocatori disponibili si collega la decisione di portare giocatori con caratteristiche simili adatte al piano generale, in modo da poterli intercambiare senza problemi, oppure optare per qualche giocatore con caratteristiche diverse che possa dare un cambio di passo a partita in corso.
Da tenere in considerazione sarà la decisione di come suddividere la panchina: se utilizzare il classico split 5 avanti e 3 tre-quarti o optare per uno split 6-2, utilizzato dal Sud Africa nell’ultima RWC con la terrificante bomb squad. Questa decisione probabilmente verrà testata in corso d’opera ma sicuramente sarà valutata dallo staff in fase di convocazione perché lo split 6-2 richiede alcuni giocatori chiave polivalenti per essere efficace.
Altro aspetto importante, e che divide gli opinionisti, è la diatriba tra la scelta di giocatori in forma, ma magari relativamente inesperti, e giocatori esperti, che hanno già avuto esperienze internazionali e con i Lions, ma che non sono in grande forma o hanno qualche acciacco. Bisogna tener presente che i 3 Test match dei Lions sono il vertice del livello rugbistico mondiale e che quindi avere giocatori già abituati a quel livello di intensità e pressione è un enorme vantaggio. Inoltre Gatland tende spesso ad affidarsi a giocatori che conosce, dei quali si fida e che hanno già performato per lui in passato. Una frase spesso citata non è mai così calzante come nel caso dei Lions “Form is temporary class is permanent”.
Messi giù alcuni paletti che riteniamo possano essere importanti per la selezione del gruppo dei 36 andiamo a vedere quali, secondo noi, potranno essere i giocatori selezionati da Gatland e dal suo staff.
PILONI SINISTRI
P: Partendo dai piloni sinistri una scelta potrebbe ricadere su Mako Vunipola. Benché non stia attraversando un momento di forma eccelso ha grande esperienza in maglia Lions, assicura solidità in mischia chiusa alla quale combina ottime qualità di ball carrier e di handling -in questo fondamentale è uno dei pochi. Altro nome è quello di Wyn Jones, pilone gallese che negli ultimi 2 anni ha dimostrato di poter competere a livello internazionale reggendo bene in mischia chiusa e lavorando in giro per il campo. Per il terzo slot disponibile la scelta potrebbe cadere su Rory Sutherland, pilone scozzese apprezzato da Townsend, anche lui forte in mischia chiusa ma molto mobile, potrebbe essere un impact player dalla panchina. Escluso Cian Healy, che però con la sua esperienza e fisicità è un profilo adatto per il Tour.
F: Se Jones e Sutherland risultano scelte quasi scontate viste le ultime due stagioni – specialmente l’ultima – il dubbio del caso ricade sul primo nome. Vunipola ha sicuramente l’esperienza e la fisicità per reggere il confronto con il pack sudafricano, ma le prestazioni poco incisive dell’ultimo anno e il ritmo partita in crescita ma ancora insufficiente – dirette conseguenze delle poche presenze stagionali in maglia Saracens – costringono a riflettere su un’eventuale alternativa. In questo caso Ellis Genge potrebbe rivelarsi una scelta interessante. Uno dei pochi superstiti positivi dell’ultimo 6 Nations inglese, il pilone di Leicester è fisicamente in gran forma e, soprattutto, ha l’attitudine giusta per contrastare – anche psicologicamente, se saprà tenere a bada il suo forte temperamento – la prima linea Bokke.
TALLONATORI
Come tallonatore in pole position troviamo Ken Owens, già Lions nel 2017, ha cementato il suo ruolo di giocatore internazionale e di leader nella squadra gallese. Mischia chiusa, precisione al lancio, abilità in giro per il campo, il giocatore degli Scarlets assicura tutte le caratteristiche per essere selezionato. Altro giocatore che possiede queste caratteristiche è Jamie George. Qualche dubbio sul suo stato di forma attuale, ma la grande professionalità del titolare della maglia numero 2 nel 2017 farà in modo che sia pronto al meglio per il tour. Infine l’ultima scelta potrebbe essere Luke Cowan-Dickie, giocatore molto fisico, forse non così preciso al lancio in touche, ma le cui caratteristiche di ball carrier possono essere determinanti in Sud Africa.
PILONI DESTRI
P: Per i piloni destri le scelte dovrebbero essere abbastanza semplici. Tadhg Furlong sarà quasi sicuramente il titolare indiscusso, mentre in panchina probabilmente troverà posto Kyle Sinckler. Sono stati le prime scelte nel 2017 e nel corso di questi 4 anni sono maturati ancora di più raggiungendo un livello di qualità elevatissimo. A chiudere il reparto di prima linea potrebbe essere Andrew Porter. Nel periodo di assenza del suo connazionale è riuscito ad acquisire buona esperienza internazionale dimostrando qualità si in mischia chiusa che come ball carrier.
F: Anche in questo caso, prime due scelte assolutamente condivisibili. Per il terzo nome, nonostante Porter abbia fatto un’ottima stagione e sia un elemento più che valido, punterei su Zander Fagerson. Il venticinquenne di Perth potrebbe peccare di inesperienza – cosa fondamentale sul palcoscenico più prestigioso al mondo – ma ha giocato un grande 6 Nations, è cresciuto molto e sicuramente Coach Townsend vorrà portare più elementi scozzesi possibile sull’aereo diretto in Sudafrica.
SECONDE LINEE
P: In seconda linea la battaglia per un posto sull’aereo è spietata vista la grande concorrenza. Partiamo da quelli che dovrebbero essere sicuri di avere un biglietto. Alun Wyn Jones, il totem gallese, non sembra sentire il peso del tempo e a 35 anni continua a sfornare prestazioni di qualità assoluta, oltre a grande leadership ed esperienza (9 caps con i Lions) irrinunciabili in Tour. Altro nome caldo è quello di Maro Itoje che, come altri giocatori inglesi, non gode di un momento di forma eccelsa ma le qualità che possiede sono indiscusse. James Ryan è un altro nome che crediamo sia sulla lista di Gatland. L’irlandese ha dimostrato di avere leadership e doti di carrier notevoli, irrinunciabili per qualsiasi squadra. Se questi tre giocatori sono abbastanza sicuri di partecipare al Tour, per gli altri posti disponibili ci sono innumerevoli scelte. Un giocatore che ha dimostrato grande solidità e continuità di prestazioni è lo scozzese Jonny Gray. La seconda linea di Exeter assicura grande fisicità e un eccellente work-rate. Completa il reparto a nostro avviso Iain Henderson. Il capitano di Ulster ha giocato un grande torneo del 6 Nazioni combinando una grande presenza in rimessa laterale ad un gioco fisico e presente anche nel breakdown; inoltre, come anche per Itoje, è adattabile in terza linea. Menzione anche per Johnny Hill, la seconda linea inglese ha un profilo interessante, giocatore estremamente fisico e uno dei pochi che può matchare – perdonate l’orrendo anglicismo – la fisicità dei pari ruolo sudafricani e avere quel ruolo di enforcer che ha avuto Simon Shaw nel tour del 2009. Tuttavia, l’indisciplina che ancora lo caratterizza lo penalizza rispetto ai concorrenti. Anche Courtney Lawes rientra in questo profilo, ma l’infortunio che lo terrà fuori fino a fine maggio temiamo lo possa lasciare fuori dai giochi.
F: Anche qui, impossibile non condividere questa rosa di nomi. L’eccezione in questo caso è “funzionale”: sostituirei Jonny Gray con Tadhg Beirne (descritto nella parte successiva) con l’unico scopo di liberare un posto in terza linea, dove – secondo me – davvero si giocheranno le sorti di questo Tour.
TERZA LINEA
P: Se la concorrenza in seconda linea era spietata in terza linea siamo ancora oltre. Partiamo con ordine dalle scelte più sicure: una di queste è Taulupe Faletau, pretoriano di Warren Gatland, combina esperienza, fisicità, abilità palla in mano ed è una valida opzione in touche. Accanto a lui crediamo che anche Justin Tipuric sia una delle probabili scelte. Giocatore completo, anche lui fedelissimo di Gatland, possiede tutte le caratteristiche del giocatore moderno (ne abbiamo parlato qui https://www.thewingers.it/it/the-box-kick-leredita-di-mad-mike/). Altro giocatore papabile è l’inglese Tom Curry, uno dei pochi della nazionale della Rosa ad aver ben performato costantemente negli ultimi mesi e la sua fisicità in attacco e in difesa, unite alla capacità di poter coprire tutte e tre le posizioni della terza linea lo rende molto adatto per andare in Tour. Chi ha rubato la scena internazionale nell’ultimo periodo è senza dubbio Tadhg Beirne, autore di prestazioni maiuscole con la maglia di Munster e dell’Irlanda dove ha sfoderato grande capacità di rubare palloni in ruck ma anche ottime skills nel gioco offensivo, inoltre la sua capacità di poter giocare in seconda linea lo rende adattissimo al Tour. Anche Hamish Watson ha impressionato negli ultimi anni per costanza di rendimento a livello internazionale, esprimendo un gioco fisico e dinamico per gli interi ottanta minuti sia in attacco che in difesa, unico dubbio vista la statura la sua efficacia in rimessa laterale che però può essere compensata da una accurata combinazione del reparto di terza linea. Per questo secondo noi lo scozzese ha buone possibilità di staccare un biglietto per il Sudafrica. Per completare il reparto i nomi disponibili sono pressoché infiniti: CJ Stander, Navidi, Richie, Underhill, van der Flier per fare qualche nome. Tuttavia sentiamo di dover spendere il nome di Billy Vunipola. Nonostante le sue recenti uscite internazionali non siano state all’altezza delle aspettative il numero 8 inglese, se in forma, è ancora un giocatore devastante, sia per l’impatto fisico tout court sia per il condizionamento che la sua sola presenza causa alle difese avversarie. Un giocatore con quella presenza fisica in Sud Africa può essere fondamentale.
F: Reparto chiave per le sorti di qualsiasi squadra, la terza linea sarà la chiave di volta per questo Tour. L’improvvisazione non è parte di questo sport e il reparto in questione non fa strappi alla regola. Per questo motivo servono scelte basate anche sulla nazionalità dei giocatori, così da poter assicurare il massimo feeling possibile tra giocatori che si conoscono molto bene. Ecco allora due terzetti, quello gallese formato da Taulupe Faletau, Justin Tipuric e Josh Navidi e quello inglese composto da Tom Curry, Sam Underhill e Billy Vunipola. Completa la scelta Hamish Watson, autore di una stagione 2020/2021 da incorniciare.
Con un reparto così sarebbe tranquillo chiunque, ma è comunque dovuto un omaggio a CJ Stander, giocatore totale che sarebbe fantastico vedere un’ultima volta con la maglia dei Lions prima del suo ritiro dal rugby giocato.
MEDIANI DI MISCHIA
P: Arriviamo a uno dei reparti più incerti e dove il dibattito è più acceso. Come mediani di mischia il solo Conor Murray è l’unico ad essere certo di prendere parte al Tour. La sua esperienza, l’affidabilità al gioco al piede, la capacità difensiva unica e la classe solo relativamente appannata negli ultimi anni lo mettono al primo posto della lista. Dietro di lui Tomos Williams potrebbe essere un nome caldo, giocatore ordinato ma che aggiunge un po’ di pericolosità offensiva in più rispetto all’irlandese. L’ultimo nome ci sentiamo di spenderlo per Ali Price, il mediano scozzese è reduce da un buon sei nazioni e ha la capacità di accelerare il gioco e imprimere un cambio di ritmo che può essere un’arma interessante.
F: Con Conor Murray prima scelta obbligata, la partita si gioca sugli altri due nomi. Ben Spencer sarebbe stato il suo rivale naturale ma la sua recente rinuncia alla chiamata per poter stare vicino alla famiglia libera un posto molto ambito. Troveranno così spazio i metronomi delle altre due nazioni in ballo e la scelta potrebbe ricadere sul gallese Gareth Davies – per me leggermente in vantaggio sul compagno di nazionale Williams – e sullo scozzese Ali Price, la cui dinamicità saprà essere un elemento di forza per la selezione di Gatland.
MEDIANI DI APERTURA
P: Passando alle aperture la grande questione è relativa alla presenza o meno di Finn Russell. Sinceramente non credo che lo scozzese farà parte del Tour, non per demeriti suoi ma per l’impostazione che penso possa dare Gatland alla squadra. Per questo il primo nome è quello di Dan Biggar: il gallese è sicuramente il giocatore più completo: abile sia con le mani che con i piedi, ottimo organizzatore ma capace di attaccare in prima persona, solido in difesa e preciso dalla piazzola. È inoltre quel tipo di giocatore che nelle partite importanti tende a crescere in statura e a sbagliare poco, un “animale da test match” come è stato definito dai suoi colleghi. L’altro nome selezionato è quello di Johnny Sexton, presente negli ultimi due Tour. Gli anni stanno forse offuscando parte della classe del giocatore irlandese ma l’esperienza posseduta da Sexton è esattamente quello che serve in un Tour difficile come quello dei Lions. Infine chiude il reparto Owen Farrell. La capacità dell’inglese di giocare senza problemi apertura o centro è vitale per dare a Gatland l’opzione del doppio playmaker o dello split 6-2 in panchina. Il capitano dell’Inghilterra non sta passando un momento semplice però le doti di leadership e la qualità del gioco che può esprimere sono fuori discussione.
F: Se Dan Biggar è la prima scelta e, molto probabilmente, il 10 titolare per completezza e solidità, il posto in bilico tra Johnny Sexton e Finn Russell per me va al secondo. La combinazione di genialità e tecnica dello scozzese non può non meritare una carta d’imbarco verso l’emisfero sud e l’età gioca a suo favore nel confronto con il pari ruolo irlandese. Per quanto riguarda il terzo slot, nonostante le polemiche dovute alle deludenti prestazioni della stagione appena terminata – elemento comune a tutti gli elementi Saracens elencati finora – il posto per Owen Farrell è, per qualità e leadership – altro elemento fondamentale in ogni squadra guidata da Gatland – assicurato.
CENTRI
P: Per i centri forse la selezione può risultare più semplice. Sicuramente le recenti prestazioni di Robbie Henshaw lo mettono in prima fila per la maglia numero 12. Fisicità in attacco e in difesa, abilità palla in mano e al piede, insomma il pacchetto completo in mezzo al campo. Anche il suo compagno di reparto Garry Ringrose dovrebbe essere del Tour. L’erede di O’Driscoll ha collezionato innumerevoli prestazioni di altissimo livello e con il compagno di club e nazionale forma una partnership molto interessante. Anche se forse non al massimo della condizione, anche Jonathan Davies dovrebbe essere selezionato. Il gallese è un altro dei pretoriani di Gatland e giocatore del Tour nel 2017; se in condizione è probabilmente il miglior numero 13 ancora in circolazione ed inoltre può anche ricoprire il ruolo di primo centro. Infine crediamo che Henry Slade possa essere un’opzione interessante. Giocatore completo, può coprire diversi ruoli nel reparto arretrato e il suo piede mancino è una opzione molto interessante, cosa che Gatland tende a tenere da conto. Rimane fuori forse Chris Harris, che però è sicuramente un profilo interessante viste le grandi qualità difensive, la capacità di poter giocare anche all’ala e il probabile endorsement di Townsend.
F: Avendo optato per un posto in più in terza, la coperta prima o poi si sarebbe dovuta accorciare. Confermate le scelte di Robbie Henshaw, Jonathan Davies e Henry Slade, con l’opzione comunque sempre valida di Farrell secondo playmaker a compensare il numero esiguo di convocati.
TRIANGOLO ALLARGATO
P: Per concludere il triangolo allargato combina certezze a grossi dubbi. Le certezze sono Stuart Hogg e Liam Williams. Il primo, capitano della Scozia, ha raggiunto una completa maturazione limando alcuni errori e imprecisioni di gioventù, diventando un pericolo riconosciuto per qualsiasi difesa grazie anche alla potenza nel gioco al piede. Il secondo, titolare nel 2017, unisce solidità difensiva, pericolosità in attacco, sicurezza sulle palle alte e la capacità di produrre giocate importanti nei momenti decisivi. Inoltre può giocare tranquillamente all’ala, dove probabilmente verrà schierato con Hogg a estremo. Un giocatore che Gatland stima molto è Anthony Watson, anche lui adattabile estremo o ala, è un giocatore affidabile ma dotato di un grande x-factor che sicuramente farà comodo. Altri nomi che credo possono avere grosse possibilità sono quelli di Josh Adams e Louis Rees-Zammit. Il primo è un’ala prolifica, molto forte fisicamente e solida, costante di rendimento, mentre il secondo può essere quel giocatore in stato di grazia capace di risolvere le partite con un guizzo individuale. Anche in questo caso l’ultimo slot è una battaglia aperta e con l’infortunio di George North crediamo che le quotazioni di Duhan van der Merwe siano cresciute; il sudafricano può fornire quella potenza di ball carrier nella linea arretrata che a Gatland piace molto. Qualche dubbio sul fattore mentale, per lui sudafricano giocare con la maglia dei Lions contro i propri compatrioti in Sud Africa può rivelarsi un’impresa emotivamente non semplice da gestire.
F: Come già accennato, l’infortunio di North obbliga Gatland a cercare di mettere una toppa riguardo alla pura velocità da mettere in campo e alle abilità di ball carrier. Se il probabile triangolo titolare sarà Stuart Hogg, Anthony Watson e Liam Williams, per i restanti tre posti la battaglia è aperta. Josh Adams ha ottime quotazioni e potrebbe essere già con un piede sulla scaletta, mentre per gli ultimi due posti i papabili nomi sono tre: Jonny May, Duhan van der Merwe e Louis Rees-Zammit, con i primi due favoriti sul giovane gallese. Il primo ha già affrontato i verdeoro nella finale persa nel 2019 ed è una garanzia nella statistica dei metri fatti, il secondo ha dimostrato negli ultimi tempi di essere un giocatore assolutamente completo e ottimo portatore di palla. Certo, i puristi potrebbero obiettare che il centro in forza dalla prossima stagione a Worcester sia diventato nazionale scozzese solo l’anno scorso, ma Gatland è un kiwi con un solo desiderio: vincere.